Il video di questo articolo è un video documentario, svolto per PisaWebcam.com in occasione dell’apertura straordinaria del Palazzo del consiglio dei dodici e della chiesa di S.Stefano in Piazza dei Cavalieri. Nel video potete osservare il piccolo ma ricco museo che
si trova la primo piano del palazzo del consiglio dei dodici, ricco di vesti originali dell’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, sigilli, stemmi , pergamene e cimeli di vario tipo. La seconda parte del video fa vedere l’interno della chiesa di Santo Stefano con i tipici drappi di navi abbattute durante i combattimenti del Ordine Cavalleresco.
Il Palazzo del Consiglio dei Dodici ha cambiato nome nel tempo a seconda della magistratura che ha ospitato: Palazzo dell’Archivio e della Cancelleria nel medioevo, a Palazzo dei Priori dopo la conquista fiorentina (1409) a Palazzo del Consiglio dei Dodici quando passò nelle mani dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano: Consiglio dei Cavalieri di dodici membri scelti era infatti un organo decisionale dell’Ordine. Sul finire del Cinquecento il palazzo venne ristrutturato dall’architetto Pietro Francavilla (autore anche quale scultore della Statua di Cosimo I davanti al vicino Palazzo dei Cavalieri), che lo uniformò agli edifici circostanti per altezza e stile delle docrazioni di gusto tardo-rinascimentale. Il fregio sul cornicione ricorda come i lavori furono conclusi nel 1603 sotto il Granducato di Ferdinando I de’ Medici. Il passaggio all’Ordine cavalleresco avvenne solo nel 1691, quando i Priori si trasferirono a Palazzo Gambacorti: qui i cavalieri stabilirono il loro Tribunale, come ricorda anche l’iscrizione sul portale principale. La facciata è oggi caratterizzata da un intonaco rosato sul quale risaltano le decorazioni in marmo bianco: le cornici delle finestre, il portale affiancato da due colonne, le aperture balsustrate al piano nobile, le cornici marcapiano, lo stemma, i rinforzi angolari e il cornicione. All’interno sono conservate numerose opere d’arte, come il busto cinquecentesco di Ferdinando I, il frammento di affresco dell’Assunta della scuola di Domenico Ghirlandaio (nella sala degli Stemmi al primo piano) e soprattutto il Salone dell’Udienza, con le pareti completamente dipinte da Pietro Paolo Lippi e Antonio Giusti (1681-1683) con temi marinareschi e il notevole soffitto intagliato, dorato e dipinto con le Virtù cardinali di Ventura Salimbeni (1602); oggi al centro del soffitto della sala si trova il Trionfo di santo Stefano di Giovanni Camillo Gabrielli (1692), che sostituì il Trionfo di Pisa del Salimbeni dopo che l’edificio divenne di proprietà dell’Ordine.
La prima pietra della Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri fu posta il 17 aprile 1565 da Cosimo I de’ Medici, il committente del rinnovato spazio pubblico di Piazza dei Cavalieri per l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, fondato dal Granduca per combattere la pirateria turca nel Mediterraneo. Progettata da Giorgio Vasari, per costruirla in piena libertà venne demolita una vecchia chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori, citata dal 1074, che prendeva il nome dalle officine dei fabbri presenti nella zona, almeno dal VII al XIII secolo. Ai lavori sovrintese David Fortini e furono ultimati nell’agosto del 1567; il 21 dicembre 1569 la chiesa venne consacrata. Il campanile venne aggiunto tra il 1570 e il 1572: caratterizzato da un’elegante cella campanaria con trifore, fu eretto da Giovanni Fancelli su disegno del Vasari. Nel secolo successivo fu decorata con la maggior parte delle tele che ancora vi sono esposte, dipinte dai maggiori maestri del Seicento fiorentino. l’altare e la navata furono progettati da Pier Francesco Silvani. Tra il 1683 e il 1691 furono edificati i due corpi laterali, usati come spogliatoi e magazzini dei Cavalieri. Nel Settecento alcuni progetti (diGherardo Mechini, Paolo Guidotti…) suggerirono di trasformare la pianta della chiesa a croce latina, ma non vennero messi in opera. Nell’Ottocento di nuovo fu indetto un concorso per rinnovare drasticamente il volto della chiesa: dei numerosi progetti pervenuti (di Ranieri Gherardi, Torpè Donati, Alessandro Gherardesca, Florido Galli, Niccolò Matas e Pasquale Poccianti) venne scelto quello del Poccianti, che prevedeva la realizzazione di due navate laterali articolate per mezzo di grandi colonnati, ma nessuno venne attuato. Nel 1859 l’ingegner Gaetano Niccoli, dopo la soppressione dell’Ordine, realizzò due vani simili a navate a partire dai corpi laterali, con la sistemazione che tutt’oggi si può vedere. Oggi la chiesa fa parte del demanio ed è officiata da un rettore Mons. Aldo Armani.