In una bella e calda domenica di luglio, siamo partiti su due battelli, con la Compagnia dello Stile Pisano, dal centro di Pisa fino al mare, per lo Sposalizio di Pisa col mare, una tradizione antica delle città di mare che questa associazione da cinque anni, senza aiuti istituzionali ha riportato alla luce.
Si tratta di una processione di battelli con arrivo nel mare aperto e un vero e proprio matrimonio tra Pisa (rappresentata da una fanciulla) e il mare, leggendo un componimento poetico e gettando in mare aperto un anello per unire simbolicamente questi sposi inusuali.
Poco si sa di questa antichissima tradizione che, probabilmente, per l’antica Pisa repubblicana era assai importante. Purtroppo quasi nessun documento è giunto fino a noi e tali cause sono imputabili alla occupazione fiorentina che, tra i vari effetti che ebbe sulla città, ci fu quello di far finire nell’oblio quelle tradizioni che erano proprie dell’antica Repubblica. D’altro canto la conseguente diaspora delle nobili famiglie, degli intellettuali e di molti altri pisani nel XV secolo fece si che la gente perdesse memoria di quel che avveniva alcuni anni prima. Gli unici accenni che abbiamo risalgono al 1581 grazie allo scrittore Michel de Montaigne, riportati nel suo diario di viaggio per l’Italia.
La mancanza di documentazione ci potrebbe far dubitare sulla reale pratica di questa cerimonia, tuttavia il fatto che rituali simili venissero fatti al tempo anche in altre città come Cervia e Venezia, rende plausibile l’accenno che ci ha lasciato Montaigne.
Le notizie di Montaigne ci riportano alla data del 6 luglio, che era il giorno della Sagra di San Pietro, festeggiata a San Piero a Grado, località tra Pisa ed il mare, dove, sbarcò colui che sarebbe stato il primo Papa e dove, quindi, consacrò il primo altare dell’occidente.
A Montaigne i cappellani del duomo di San Piero a Grado raccontano di un epoca in cui si officiava una cerimonia con l’arcivescovo che andava in processione con la reliquia di S.Clemente a San Piero a Grado e da li poi, al mare dove gettava un anello simbolo dell’unione con la città.
Questo era per ribadire il dominio della città, repubblica marinara, sul mare. Dal 1406 con l’occupazione fiorentina, tutti gli arcivescovi di Pisa vennero nominati dai Medici, e nessuno di loro volle più celebrare una cerimonia che elogiasse la potenza marittima di Pisa, per non andare contro gli occupanti.
Così la cerimonia è stata dimenticata fino a cinque anni fa, data in cui l’associazione Compagnia dello stile Pisano, ha ripristinato la parte laica della cerimonia, non solo con l’intento di far rivivere ai visitatori un bel pomeriggio di storia e natura Pisana, ma sopratutto per far conoscere una tradizione che rischiava sul serio di scomparire per sempre e che invece ci è sembrata un evento che dovrebbe essere al pari di eventi come il Giugno Pisano.